NO AL REFERENDUM – SI AI DIRITTI E ALLA DIGNITA’ DEI LAVORATORI
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LE RAGIONI DEL NO AL REFERENDUM   

LUCA SACCARO RSU UGL VENETO 

riceviamo dalla  UGL VENETO -  Luca SACCARO rsu UGL Telecomunicazioni Veneto:

 

Capita, ogni tanto, di trovarsi dinanzi a delle decisioni “difficili” da prendere! Sicuramente l’appuntamento che attende i colleghi di Caring Services nei giorni 21 e 22 gennaio p.v. (Referendum su “IPOTESI di accordo”) è una di queste. Le vicende sono oramai ben note: l’Azienda ha posto i lavoratori di fronte ad un PESSIMO bivio, costringendoli ad optare tra la (paventata) societarizzazione dell’intera divisione o la riduzione dei diritti. Questo ha portato una ulteriore conseguenza: la divisione tra i lavoratori (ed anche tra i propri rappresentanti). Alla fine si è arrivati alla sottoscrizione di una “IPOTESI DI ACCORDO” con una maggioranza di misura, e con la clausola di sottoporre il documento all’approvazione dei destinatari dello stesso. Dunque la faccenda è chiusa? TUTT’ALTRO! I GIOCHI SONO ANCORA APERTI, E QUESTO E’ IL MOMENTO DELLA VERITA’! Quali possono essere le conseguenze delle decisioni dei lavoratori? 

 

SI (Approvo l’ipotesi di accordo) = passa il controllo individuale con mezzi telematici (altrimenti PROIBITO sia dall’art. 4 dello Statuto dei Lavoratori che dall’Art. 57 del vigente CCNL), più una serie di altre “amenità”, MA SOPRATTUTTO VIENE LEGITTIMATO quanto finora fatto dalle organizzazioni sindacali e dai rappresentanti dei lavoratori FIRMATARI dello specifico accordo. IN CAMBIO, l’azienda si impegna a mantenere Caring Services nel perimetro aziendale per un certo periodo (la parola SEMPRE non compare da nessuna parte).

 

NO (NON Approvo l’ipotesi di accordo) = NON passa il controllo individuale con mezzi telematici e rimane dunque (almeno per ora) PROIBITO e non passano nemmeno gli altri aspetti contenuti nell’accordo stesso. L’Azienda, dal canto suo, POTREBBE valutare di procedere alla societarizzazione di Caring Services. MA SOPRATTUTTO VIENEDELEGITTIMATO quanto finora fatto dalle organizzazioni sindacali e dai rappresentanti dei lavoratori FIRMATARI dello specifico accordo. E questo sarebbe un bel problema per quanti hanno ritenuto (firmando) di essere interpreti delle volontà dei lavoratori!

 

La posizione di chi vi sta scrivendo è chiaramente per il NO, ed ora tenterò di motivarne le ragioni.

Fermo restando che molto è anche contenuto nella mail pervenuta dalla Puglia (di seguito riportata) vorrei trascrivere parte di una comunicazione ricevuta dai colleghi UGL Telecomunicazioni di un altro territorio:

“Nel nuovo anno si prospettano dure prove, dove il sindacato dovrà giocare a “carte scoperte” per spiegare meglio ai lavoratori in che modo s’intende difendere i loro diritti o se si dovrà continuare a regolamentare soltanto i doveri.”

Detta così pare quasi una favola “….c’era una volta un sindacato che lottava per i diritti dei lavoratori….”, che collide con la REALTA’ moderna di un sindacato che BARATTA i diritti dei lavoratori! Forse è la PIGRIZIA, o forse è la PAURA, ma pare si sia perso l’interesse alla lotta, ed allora la controparte (che di mestiere studia quotidianamente come trarre più acqua possibile al proprio mulino) alza i toni e, a valle di notevoli recuperi economici derivanti dalla TIMBRATURA IN POSTAZIONE, e da una serie di “efficientamenti” (sulle spalle dei lavoratori), anziché dire “GRAZIE”, che fa? RILANCIA! Porre in essere una minaccia di questo tipo assomiglia molto ad un ricatto bello e buono! Se questo processo di “modernizzazione” fosse veramente così “VANTAGGIOSO” anche per i lavoratori (che pare si trovino davanti alla SVOLTA DELLA LORO VITA che li eleverà da “bruti” ad “eccelsi”), occorreva proprio puntare la pistola alla tempia con questa “alternativa” dell’ESPULSIONE dall’azienda?

Ma facciamo uno sforzo e fingiamo di NON essere coinvolti nei risvolti negativi. Cosa potrebbe succedere a valle di un simile accordo? Le altre aziende staranno a guardare, oppure si adegueranno a questi metodi? Ergo: in cosa dovrebbe consistere (a regime) questo vantaggio sui competitors? E dunque, sul piano del pragmatismo, possiamo ipotizzare che tale nuova impostazione del lavoro produrrebbe utili nelle casse dell’Azienda? Quello che invece si presume potrebbe rimanere è il controllo pressoché totale sulla forza lavoro, che verrebbe ad essere ancor più allontanata dal “sistema” Azienda, e costantemente misurata (spiata?) da forze “superiori”. Non sarebbe meglio, in una SOCIETA’ MODERNA, recuperare un po’ di dialogo con i sottoposti? Non sarebbe meglio, in sintesi, che fossero gli stessi lavoratori a segnalare le proprie necessità formative? “C’era una volta la Fiducia”: oggi, INVECE... Personalmente, pur non lavorando in Caring Services, sono ANNI che chiedo MOTIVATAMENTE alla nostra Azienda di poter seguire corsi di formazione e mi vengono sistematicamente negati: non credo che la NON-formazione sia conseguenza della mancanza di controllo individuale! Le ragioni sono molto più raso-terra! Il 1’ marzo 2006 si è concretizzata la fusione TIM-Telecom e l’Azienda era partita ipotizzando formazioni tecniche per integrare i tecnici TIM con quelli Telecom: oggi, 9 (NOVE) anni dopo, com’è andata a finire? Molto poco (volendo esser buoni) è stato fatto e le teorie astratte sono rimaste tali! Oggi si ricomincia con la stessa musica di 9 anni fa…

Ad ogni modo, personalmente ritengo che i DIRITTI DEI LAVORATORI NON debbano essere oggetto di scambio in una trattativa sindacale! Se un’azienda è in crisi esistono altri strumenti per (almeno tentare di) venire incontro alle necessità!

Sarà MOLTO difficile, a valle di un simile accordo, riuscire a controllare ciò che farà l’Azienda con i dati in proprio possesso: la Storia dovrebbe averci insegnato qualcosa, o no? Quando, ad esempio, anni fa, fu firmato (dalle sigle maggioritarie) l’accordo per i passaggi dal 4’ al 5’ livello, qualcuno si era illuso che “sarebbe stato solo l’inizio” e che (piano piano) TUTTI sarebbero riusciti a passare al 5’…. Com’è finita la questione? Molta gente è rimasta al TERZO livello per ANNI ED ANNI, con la speranza di poter un giorno… Altri si sono oramai rassegnati all’idea che arriverà prima la pensione che il 5’ livello. Ha aiutato tutto ciò a migliorare qualcosa? Se passa il controllo individuale hai voglia a chiamare il rappresentante sindacale ad ogni colloquio mensile (nel tentativo di “evitare il peggio”): le predizioni di come si andrà alla deriva (e di come ci troveremo un bel boomerang sulla schiena) sono piuttosto facili da immaginare.

Infine, per questioni di sintesi, analizzo un ultimo aspetto: il CCNL! Un accordo come quello sottoscritto NON SOLO colliderebbe con quanto riportato nell’art. 4 dello Statuto dei Lavoratori, MA ANCHE L’ART. 57 DEL CCNL! Il Contratto COLLETTIVO Nazionale di Lavoro dovrebbe costituire un punto di riferimento INTOCCABILE! Una sorta di Garanzia Minima sotto la quale a nessuna Azienda dovrebbe ASSOLUTAMENTE essere permesso andare!  Anzi: per (eventualmente) migliorare le condizioni all’interno di qualche azienda esiste il 2’ livello di contrattazione. MA si può solo MIGLIORARE o eventualmente meglio disciplinare ciò che è contenuto nel CCNL (peggiorare MAI)! Il CCNL viene sottoscritto tra la Confindustria e le OO.SS., ed AMBO LE PARTI SI IMPEGNANO A RISPETTARLO! Cominciare a demolirne i pezzi (ad esempio, con questo accordo) apre le porte ad un brutto percorso, e getta le basi per la perdita di valore dello stesso. E’ una bella cosa? Tornare al Far-West, ovvero ad un regime di de-regolamentazione, può VERAMENTE giovare a qualcuno? Secondo me NO e, dopo un breve periodo di vantaggio, anche le aziende stesse ne perderebbero.

Ad ogni modo, quanto esposto rappresenta la MIA opinione: la parola adesso tocca ai lavoratori.

Vi terrò aggiornati in merito all’andamento delle votazioni.

 

 

                                                                                                                          Luca SACCARO rsu UGL Telecomunicazioni Veneto

 

 


 

 


LE RAGIONI DI UN NO
Per spiegare la nostra netta contrarietà all’ipotesi di accordo sul Caring firmato a Roma dalle segreterie nazionali e dalla maggioranza del coordinamento RSU, sulla quale si svolgerà un referendum tra i lavoratori i prossimi 21 e 22 gennaio, abbiamo messo in fila le principali motivazioni ci spingono a invitare tutti i lavoratori a votare NO al referendum e a lottare con le RSU 
CGIL, UGL, SNATER, USB e COBAS per cambiare questo accordo e rendere il caring service più competitivo senza vessare e prevaricare i lavoratori e i loro diritti.

L’accordo nel merito rende infatti i lavoratori del caring meno tutelati soprattutto, tra le altre cose, con un controllo individuale delle prestazioni che peggiora le condizioni previste ad oggi dal job act. L' accordo renderà le lavoratrici e i lavoratori più deboli e ricattabili, in quanto la visualizzazione e il controllo del dato individuale da parte dell'azienda sarà uno strumento utilizzato esclusivamente per aumentare le pressioni sui lavoratori e sulle lavoratrici. Infatti nel testo non vi è alcun divieto di esercitare “pressioni” sui lavoratori, ma solo il divieto a fare “richiami/appunti”. E tra “pressioni” e “richiami/appunti” c’è una bella differenza.
Il termine "fare un appunto " si riferisce alle metodiche tecniche con le quali viene eseguita un'attività (procedure, prassi, protocolli...). Il termine "fare pressioni" è riferibile ad un livello psicologico e all'utilizzo di leve manipolatorie o atte a colpire l'individuo nella sua dignità e integrità di essere umano libero e consapevole.

Inoltre l'ipotesi d'accordo a nostro avviso deroga l'articolo 57 del CCNL TLC, dove la visione del dato può essere fatta solo in forma aggregata, vale a dire per moduli o per gruppi e dove è espressamente vietato effettuare il controllo sul singolo lavoratore.

L'ipotesi firmata dalle Segreterie Nazionali risulta poi, più in generale, molto distante dagli obiettivi che il sindacato si era proposto di ottenere all’inizio della trattativa, e cioè di migliorare le condizioni di lavoro nel Caring, per i seguenti altri motivi:
- viene confermata la chiusura di 10 sedi, con criteri molto fumosi;
- rimane irrisolto il problema di dare certezza della fruizione e della programmazione delle ferie;
- i passaggi di livello previsti risultano insufficienti, in linea con quanto avvenuto negli ultimi anni;
- nessuna risposta viene data sul tema odioso dei premi individuali unilaterali;
- nessun investimento tecnologico sui sistemi che renderebbero meno stressante l' attività delle lavoratrici e dei lavoratori.

Non s' intravede nemmeno in lontananza quel cambio culturale -preannunciato dall'azienda - teso a rendere l'attività lavorativa meno stressante. Al contrario sono stati messi in campo strumenti di controllo e modelli organizzativi che rendono l' attività lavorativa sempre più insostenibile.
E allo stesso tempo tale nuova organizzazione del lavoro non scongiura il pericolo della societarizzazione, ma rende più precario tutto il mondo del lavoro nel settore complessivo delle telecomunicazioni. Infatti, già oggi, dalle altre aziende del settore arrivano i primi segnali di richiesta della stessa deroga al contratto nazionale di lavoro e conseguentemente, il controllo individuale delle prestazioni, riportando la situazione allo stato di oggi quindi, come sostiene l’azienda, troppo onerosa.
Inoltre il fatto che il dato individuale rilevato non possa essere usato ai fini di azioni disciplinari non tutela il singolo dal licenziamento per scarso rendimento o da pressioni ancora maggiori rispetto ad oggi.

Si vuole, con questa ipotesi di accordo, applicare un modello che, in violazione all’articolo 57 del CCNL, introduce il tema del controllo individuale a distanza per imporre un aumento della produttività individuale e creare condizioni di lavoro inaccettabili, oltre che a peggiorare ulteriormente il già pessimo servizio offerto ai clienti che è una delle principali cause della contrazione di fatturato dell’azienda.

Rendere oggi i lavoratori del caring service più’ deboli e ricattabili nei confronti dell’azienda e DOMANI tutti gli altri del settore , non produce più forza per la difesa dei posti di lavoro, delle condizioni di lavoro, dei diritti ma soprattutto della dignità dei lavoratori .

Invitiamo i lavoratori a non lasciarsi intimorire dalle azioni e dalle pressioni dell’azienda che, come ha già dimostrato userà tutte le sue armi di ricatto.
NON è POSSIBILE continuare ad accettare che la concorrenza si faccia sui diritti dei lavoratori
NON è POSSIBILE pensare che renderli più deboli gli garantisca il futuro.

VOTIAMO NO AL REFERENDUM DEL 21/22 GENNAIO!

 

 

NO AL REFERENDUM – SI AI DIRITTI E ALLA DIGNITA’ DEI LAVORATORI


Per non dimenticare...

 

Vi ricordate marzo 2013 e il mandato condizionato ricevuto da qualcuno in assemblea ?

La condizione fu rispettata ?

Come si trasformò il nostro voto a livello nazionale ?

Adesso con un interesse maggiore e nonostante un ipotesi di accordo firmata dalla maggioranza del coordinamento rsu ...

… Vogliono il “si” dai lavoratori.

 

 

Un interesse così forte che … quasi sembrano dei rappresentanti porta a porta.

 

Qual'è il loro interesse ?

 

-         I lavoratori ? ...

-         Fare una bella figura con qualcuno ?

-         Altro ? ...

 

… Se il diavolo ti accarezza l'anima vuole ...

 

Ricordati di non mostrare mai le spalle al CERBERO !!!

Il CERBERO un mostruoso cane a tre teste, le quali simboleggiano la distruzione del passato, del presente e del futuro.

 

NO !!!

La Segreteria Territoriale invita i lavoratori a non accettare i contenuti del  referendum del prossimo 21 e 22 gennaio. Pur condividendo le motivazioni strategiche che hanno portato anche la Nostra Segreteria Nazionale alla sottoscrizione dell’ipotesi di accordo (necessaria a rappresentare i nostri iscritti qualora l’esito del referendum fosse favorevole), non riteniamo che tale documento migliori le tutele dei LAVORATORI, i loro DIRITTI e che garantisca il rispetto della LEGGE.

Questa Segreteria ritiene che  l'esito positivo  della consultazione sia per i lavoratori del Caring negativamente vincolante, per questo vigilerà  su una conduzione “trasparente e corretta ”.

Invitiamo tutti a presentarsi al seggio ed a manifestare democraticamente  il proprio dissenso, ribadendo una volta per sempre  a chi vi rappresenta che a monte della “ Regolamentazione dei doveri” , bisogna porre la “ Difesa dei Diritti “ di chi ha sempre lavorato per rendere grande questa Azienda!

 

 

 

 

 

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FERRANTE FLAVIO tel. 3356332038     Ferranteflavio@alice.it

 

NO AL REFERENDUM – SI AI DIRITTI E ALLA DIGNITA’ DEI LAVORATORI